Un’altra ricetta che non si può definire tale vista la sua semplicità.
Devo ammettere che l’origine di tutto è stata la voglia di provare nuovi effetti fotografici e così mi sono messa di buona lena per approntare qualcosa di visivamente bello, senza contare che è anche buonissimo! ^_^
L’accoppiate miele/formaggio e ribes/formaggio sono ben consolidate, così vorrei spendere qualche riga del mio spazio per raccontarvi alcuni degli ingredienti utilizzati per questo “dolce” appagante.
Per prima cosa la base. Ho usato del pane carasau e la sua consistenza croccante è stata significativa anche nel servizio: lame che tagliavano il formaggio e raccoglievano il dolce condimento.
Tipico della Sardegna il pane carasau è detto anche “pane dei pastori” (perché potevano trasportarlo nelle bisacce e durava per mesi) ed è composto da semolato rimacinato di grano duro, acqua, lievito e sale. In questo video di Fiorenzo Serra si può vedere la produzione casalinga di pane carasau nel 1962.
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Il miele di melata o melata di bosco o, meglio ancora, melata di Metcalfa è un miele prodotto comunque dalle api senza partire dal nettare di qualche pianta, ma dalla secrezione zuccherina di un insetto fitomizo, la Metcalfa appunto.
In realtà la parte vegetale c’è, ma subisce un passaggio in più ad opera di questo insetto americano introdotto in Europa alla fine degli anni ’70: la Metcalfa pruinosa si nutre di linfa degli alberi, ma se il suo scopo è la parte proteica, tutta la parte zuccherina gli risulta indigesta, così la elimina depositando goccioline di “melata” sulle piante. Le api ronzano al giubilo e gaudio e raccolgono questo materiale che trasformeranno nel loro miele (specie perché di solito questa cosa accade in boschi di montagna dove i fiori scarseggiano). E’ anche vero che la Metcalfa è un po’ la maledizione degli agricoltori che si vedono le piante invase da questo insetto “straniero” e gli alberi da frutto esposti al pericolo di funghi.
Ritornando però al nostro miele, questo si presenta scuro e liquido, con una nota quasi salina data dalla presenza di sali minerali in buona quantità: insomma è un ricostituente naturale veramente favoloso! (Un po’ ne avevo parlato nel nostro menù speciale di San Valentino 2015 😉 )
Infine il ribes rosso. Fratello un po’ più acido del ribes nero ha una concentrazione di vitamina C piuttosto notevole e con il suo gusto equilibra il resto della preparazione. Mi raccomando di gustarlo di stagione per assaporare le sue bacche sode e allo stesso tempo delicatissime.
Abbinate a questo piatto una tazza di Darjeeling Makaibari che con le sue note leggermente astringenti equilibra il tutto.
In abbinamento a questo formaggio fresco, delicatamente acidulo, Alba suggerisce un COF Chardonnay, vino bianco morbido e pieno, caratterialmente sapido.
Valeria