Capitolo 23, una tazza di Darjeeling Monteviot first flush e un cestino di pane di segale con mousse di salmone e cetrioli

Elisa, nella locanda a fare colazione, chiede ad Alba informazioni sulla possibile produzione di tè nel borgo (sta indagando sul misterioso tè della madre), ma le informazioni che riceve sono negative. In compenso le parla di una ragazza che anni prima era particolarmente appassionata di tè (sospetto di Daria a questo punto, ovvio!). Uscita dalla locanda Elisa va a trovare Vittoria alla Casa delle Camelie e qui si scopre che il figlio Renato è morto tre anni prima! Girovagando nell’esplosione di colore del giardino Elisa si ritrova davanti proprio lei: la camelia gialla! (Coincidenza?)
Sopraffatta dalle emozioni e confusa, Elisa decide di salutare Vittoria senza chiedere spiegazioni…

Mentre approntavo le tartine per questo Tea Time ho pensato di proporvi un classico della cucina inglese: la mousse di salmone! Qui impreziosita dalla presenza dell’aneto. I cetrioli possono essere sia freschi che in agrodolce per dare una sferzata di gusto alla tartina.

Alba consiglia in abbinamento un Prosecco di Valdobbiadene Dry, appagante, morbido e fresco, piacevolmente sapido nel finale. Di persistenza agrumata.

Valeria

Tartine al salmone e cetrioli (ricetta originale)

Ingredienti:

  • pane in cassetta
  • salmone affumicato
  • cetriolo
  • panna acida
  • aneto sminuzzato
  • succo di limone
  • pepe

Mescolate in una ciotola la panna acida, l’aneto e il succo di limone, e aggiungete il pepe. Spalmate il tutto sul pane, disponetevi il salmone affumicato e il cetriolo tagliato a fettine sottili, poi coprite con un’altra fetta di pane.

Cestini di pane di segale con mousse di salmone e cetrioli (mia variante)

Ingredienti:

  • pane di segale in cassetta
  • 120g di salmone affumicato
  • 1 cetriolo
  • sale
  • 120ml di panna acida
  • 1 cucchiaino di panna montata non dolcificata
  • 1 cucchiaio raso di aneto sminuzzato (o senape all’aneto)
  • 20 ml di acqua calda
  • 4g di colla di pesce o mezzo cucchiaino di gelatina in polvere

Ammollate la colla di pesce nell’acqua fredda, strizzatela e dissolvetela nei 20ml di acqua calda.

Frullate il salmone con la panna acida, l’aneto e la gelatina dissolta. Incorporate anche la panna montata. Fate riposare il composto per almeno 6 ore in frigo.

Lavate accuratamente il cetriolo, affettatelo e cospargetelo di sale.

Rivestite dei pirottini imburrati con il pane di segale e passateli 5 minuti sotto il grill a tostare. Lasciate raffreddare.

Scolate i cetrioli dall’acqua che avranno formato.

Riempite i cestini di mousse e decorateli con i cetrioli.

Capitoli 15 – 16 – 17, un bicchiere di Long Jing e tartine salmone e rucola

Ornella ed Elisa sono intente a stoccare gli scatoloni nel laboratorio di Ornella e qui saltano fuori con prepotenza i caratteri “complementari” delle due amiche: quanto è precisa, insicura e ansiosa Elisa, Ornella è disordinata, ribelle e tranquilla. Detto fatto praticamente Ornella obbliga Elisa a partire per Roccamori e alloggiare nell’unica locanda: “Locanda degli amori perduti”.

Capitolo 16. 9 anni prima. Purtroppo scopriamo che la madre di Elisa è morta per un male che le ha lasciato poco tempo per organizzarsi. Elisa scopertolo per caso ha deciso che non avrebbe potuto lasciare tutto e stare con Daniele, non avrebbe potuto nemmeno amarlo e così scomparve dalla sua vita, facendogli recapitare il biglietto da Aldo e non facendosi più sentire. (Il capitolo è uno di quelli che ti lascia il magone addosso!).

Intermezzo. Un’altra delle misteriose pagine del libro “Le regole del tè e dell’amore” dove si mette in relazione il tempo d’infusione con il tempo dedicato alla vita e all’amore.

Capitolo 17. 26 anni prima. Elisa è cresciuta in una famiglia formata solo da lei, dalla madre e dalla zia: le altre mamme evitavano quella casa e la sua solitudine veniva alleviata dal tè in cui lei riconosceva signori dai diversi caratteri: il Long Jing, l’Assam, ecc. erano diventati i suoi amici. Continuiamo a conoscere la madre: una donna intransigente con una vena dolorosa di sottofondo.
Erano 3 signore sole, ma erano anche 3 principesse!

Quando si infonde il Long Jing le foglie danzano roteando e sembrano proprio le spire di un dragone che si annodano e si snodano: ecco, qui siamo a un punto in cui i nodi iniziano a diventari visibili, le cose si fanno più pressanti.

Sono contenta che questo capitolo sia finito proprio nel giorno della Festa della Donna perché possiamo ammirare mille sfaccettature di donne diverse da loro e ognuna con le proprie motivazioni.

In più, per festeggiare, gli ho anche abbinato delle tartine veramente deliziose.

Se voleste abbinarci un calice di vino, Alba consiglia in abbinamento un Franciacorta Rosè, sottile nell’effervescenza, dotato di freschezza e sapidità, rivela un assaggio teso e piacevolmente fruttato.

Valeria

Tartine al salmone e crescione (ricetta originale)

Ingredienti:

  • pane in cassetta (consigliato il pane di segale)
  • salmone affumicato
  • maionese
  • salsa di rafano
  • burro (o formaggio spalmabile)
  • foglie di crescione

Con una forchetta, spezzettate le fette di salmone e mescolatele alla maionese e al rafano, fino a ottenere un composto morbido. Aggiungete sale e pepe. (Se potete, l’ideale sarebbe preparare questa mistura un giorno prima e lasciarla riposare in frigorifero in un contenitore ermetico.)
Imburrate una fetta di pane (o spalmatevi sopra il formaggio), unite la mistura al salmone, coprite con una foglia di crescione e con un’altra fetta di pane imburrata.

Tartine al salmone e rucola (mia variante)

Ingredienti:

  • pane di segale in cassetta
  • salmone affumicato
  • maionese
  • wasabi
  • sale, olio e pepe
  • rucola

Condite con sale, olio e pepe la rucola.
Aromatizzate a gusto la maionese con la salsa wasabi.
Sistemate l’insalata di rucola sulle rondelle di pane di segale, adagiatevi sopra un po’ di salmone e decorate con la maionese al wasabi.

Pops al salmone e caprino con zenzero e avocado

Un antipasto freddo e un cocktail d’antan per innamorarsi ai primi assaggi.
Questa è la mia proposta ispirata a due incantevoli pellicole cinematografiche assai diverse e ben distanti temporalmente di quasi sessant’anni.
La prima è Casablanca, un’autentica pietra miliare consegnata alla leggenda del cinema di tutti i tempi. Un film che travolge e porta lontano.
Sono numerose le scene memorabili in cui il tenebroso Rick, interpretato da Humphrey Bogart, e Ilssa, una bellissima Ingrid Bergman in stato di grazia, si scambiano sguardi languidi con una coppa di champagne in mano.
Del resto la bottiglia di Veuve Clicquot 1926 divenne celebre proprio grazie a queste inquadrature.
E allora come potevo non includere un flute di Cocktail Champagne in questo menù ad alto tasso di romanticismo? Basterà l’effervescenza delle bollicine per sentire la testa leggera e per riscoprirsi amanti proprio come Rick e Ilssa già in un solo sorso.
Il Cocktail Champagne ha un profilo elegante ed essenziale ed accompagna molto bene gli aperitivi.
Pare sia comparso nel 1889 quando in una competizione tra giornalisti newyorkesi un certo John Dougherty vinse ideando proprio questa miscela così raffinata.
Tuttavia anche i francesi ne rivendicano l’origine collocandola nei primi anni 30 e nell’abitudine al consumo di champagne anche addizionato con cognac, che del resto è un celebre distillato francese.

Ma cambiamo set e passiamo al secondo film.
Si tratta di Pane e Tulipani di Silvio Soldini, un film lontano dai canoni della commedia all’italiana, forse un film dal gusto francese.
Licia Maglietta interpreta Rosalba, una casalinga che durante una tristissima gita tra compaesani, si ritrova in fuga dal suo ruolo di moglie e madre e dal suo sistema di abitudini.
Lo scenario della fuga è una Venezia poco turistica, mentre la sua attenzione amorosa ed amorevole è tutta rivolta al misterioso cameriere Fernando interpretato da Bruno Ganz, che le offrirà ospitalità a casa sua, una ricca colazione e una lettera gentile.
Dopo un primo smarrimento, Rosalba offrirà a se stessa una chance per scoprirsi capace di essere qualcos’altro, di mostrare dei talenti, di sentire la tenerezza dell’amicizia, di lavorare fuori dall’ambito domestico.
Fernando e Rosalba si incontrano per la prima volta proprio nel ristorante dove lui le spiegherà, col suo italiano aulico, di trovarsi “nella spiacevole situazione di poterle offrire solo piatti freddi”.
Così ho pensato che per ricreare la magia del primo incontro sarebbe stato opportuno un antipasto freddo, servito in modo gioioso e colorato che lasci un buon sapore e che sorprenda un po’ proprio come il tratto di trasognata svagatezza che rapisce per tutta la durata della scena.

Anche Valeria suggerisce di abbinare a questo stuzzichino un flute di chamapagne, ma ravvivato dalla verde nota del Matcha, in un cocktail diverso e fusion.

Alba

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O-Bento con la maionese fatta in casa

Domani sarà il 1° Maggio e se il meteo ci assiste sarà la giornata perfetta per una bella scampagnata con tanto di pranzo al sacco.
Nel pensare a qualcosa da proporvi per questa occasione, mi è venuto in mente che siamo all’inizio della Golden Week giapponese: un periodo in cui diverse festività nazionali (iniziando dal 29 Aprile fino al 5 Maggio) si susseguono dando così la possibilità a chi può di viaggiare e visitare il paese.
Complice il fatto che avevo appena preparato la maionese, ecco allora che nasce un o-bento che strizza l’occhio alla cucina fusion e non fa gridare all’attentato i fidanzati più scettici.

L’o-bento è il pranzo al sacco tipico dei giapponesi: ne esistono migliaia di versioni e la spettacolarità sta non soltanto nel gusto (come in tutti i pasti), ma anche nella presentazione del cibo, in quella della scatola e persino del foulard che la avvolge.
Le 2 scatole che ho usato sono a loro volta divise in due, in modo che il cibo non sia per forza tutto mischiato; e le ho riempite con:

  • 2 onigiri al salmone e maionese;
  • un po’ di riso avanzato con gomasio e umeboshi;
  • wurstel;
  • insalata russa;
  • pomodorini ciliegino;
  • frittata alla cipollina e spinaci;
  • pompelmo aromatico;
  • fragola.

Normalmente la farcitura dell’onigiri è tonno e maionese, ma ho voluto renderlo più interessante usando il salmone.

L’umeboshi è una specialità tipica giapponese e si tratta di prugne in salamoia che dopo il trattamento assumono un gusto acido e salato: mangiate a fine pasto sono una bomba per la digestione.

In pratica l’o-bento si trasforma così in un pasto completo: dal primo al digestivo!

Preparate un buon Sencha freddo e portatelo con voi: il suo sapore fresco si accompagnerà perfettamente ai sapori acidi e completerà gli altri.

Per armonizzare i sapori di questo ricco bento, Alba suggerisce in abbinamento un Colli Bolognesi Pignoletto, vino bianco, fresco di decisa sapidità e ritorni minerali.

Valeria

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Canapè di polenta al salmone

Si rinnova come ogni anno il rituale che vuole la casa addobbata a festa. Riemergono da scatoloni accantonati in fondo agli armadi o ai soppalchi oggetti e ricordi. La ghirlanda da appendere alla porta, le candele da appoggiare sul camino e tutto quell’armamentario di decorazioni che rendono con pochi tocchi sapienti, le quattro mura calde ed accoglienti.

Allora ho pensato di offrire a questi gesti un vassoio di piccoli, invitanti canapè dal look natalizio, composti da un supporto di polenta grigliata sormontata da un patè di salmone delicato ma gustoso.

I ritagli di polenta avanzati dalla ricetta saranno ottimi anche il giorno dopo arrostiti sulla piastra.

Invece se decideste di preparare dell’altro patè, potreste trasferirlo in vasetti di vetro decorati con un nastro e portarli in tavola con del pane bruscato ancora caldo.

Vi suggerisco di servire questo stuzzicante aperitivo con un calice di Trento Brut, spumante morbido, fresco e piacevolmente salino, dal fine perlage che ne contrasta la grassezza e affianca molto bene la nota sapida del salmone.

Valeria invece suggerisce di abbinare questi canapè ad una tazza di Genmaicha alla fragola, tè verde con riso tostato e spezie che ben si abbina al piatto.

Alba

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Insalata russa al salmone

Se pensate ad un antipasto freddo classico o ad un contorno ricco di sapore potreste orientare la scelta proprio sull’insalata russa.

Ottima non soltanto sulle tavole natalizie o nelle giornate primaverili, si può gustare davvero tutto l’anno anche per rinfrescare le torride giornate estive.

Al tempo della Belle Epoque era un piatto amatissimo in Francia dove si erano trasferiti gli aristocratici russi dando il via alla moda di presentare banchetti sontuosi e ingredienti raffinati e pretenziosi. Col tempo quest’insalata tutto sommato modesta si era andata arricchendo di prelibatezze pregiate come l’aragosta, il caviale e il tartufo, e veniva nobilitata anche nella presentazione sempre scenografica.

Tralasciando questi eccessi, a voi occorreranno solo tante verdure condite con una semplice maionese e il vostro personale tocco di fantasia.

La ricchezza gustativa di quest’insalata così ricca di contrasti sposa bene un calice di Roero Arneis, vino bianco fresco e sapido dal tenue retrogusto ammandorlato.

Valeria invece propone un Russian Caravan che con le sue note affumicate richiama il sapore del salmone e ben si sposa con la composizione.

Alba

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