Biscotti ai cereali e fibre di frutta

La ricetta di oggi è dedicata a tutti i possessori di un estrattore di succo o di una centrifuga che cercano un modo per riutilizzare lo “scarto” ovvero la fibra (e in alcuni casi parte della polpa) che rimane dopo aver estratto tutto il succo da frutta e ortaggi.

Dopo il nostro menù dalle splendenti note gialle e aver gozzovigliato tra uova (vere o di cioccolato) e altre mille delizie, ci si ritrova a voler riprendere un regime alimentare più sano (ma senza le privazioni quaresimali) un po’ in vista della stagione calda, un po’ per non appesantirsi in questo Aprile sonnacchioso: largo quindi a frutta e verdura, a sapori più freschi o comunque più pungenti per risvegliare le papille gustative e il corpo, a passeggiate sempre più lunghe, a i picnic nelle belle giornate, insomma largo a una vita più attiva.

Chi ha scelto di possedere un estrattore di succo come me, ha fatto un piccolo investimento: attualmente infatti questi apparecchi costano mediamente di più di una centrifuga, ma io trovo che il sistema con coclea (una vite di Archimede) e filtro cestello, al posto del disco di metallo che sminuzza, corrisponda più al mio gusto, producendo un succo denso, che non si separa e talmente gustoso, da aver voglia di masticarlo. E poi mi ricorda quel macchinario che si usava quando ero piccola per fare la salsa di pomodoro, anche se il mio era a manovella e bisognava darsi il cambio ogni tot. 😀
La produzione propria di succhi è utile per avere un prodotto sano e personalizzabile ogni volta, ma anche per consumare quantità di frutta e verdura che normalmente non si assumerebbe tutta assieme: il mio ragazzo, ad esempio, è un tipo refrattario alla verdura, così quando torna dai suoi Km in bicicletta gli faccio trovare un bel bicchierone di succo di frutta in cui casualmente sono caduti anche sedano, carote, cetriolo, spinaci o altra verdura di stagione consumabile cruda e magari qualche pezzetto di spezia succosa (come lo zenzero) o di erba aromatica (come la menta) per dargli uno sprint in più! 😉

Per chi se ne intende è possibile anche produrre dei latti vegetali con un discreto successo, io di solito faccio il latte di mandorle quando sono più propositiva e non vado a comprare quello già fatto al negozio BIO! 😛

L’estrattore produce uno “scarto” compatto, molto meno umido di quello di una normale centrifuga, ma come riutilizzare questa fibra che è assolutamente un peccato buttare?
C’è chi lo trasforma in compost per il giardino o la campagna o chi come me lo riutilizza nelle ricette per rimetterlo in circolo.

In questo caso ho realizzato dei frollini ricchi di frutta e cereali partendo dallo “scarto” di un delizioso succo mela/pera/arancia/zenzero e dallo “scarto” prodotto per realizzare 1L di latte di mandorle.
Per ottenere 200g di “scarto” infine ho approfittato della visita di alcuni amici e ho realizzato parecchio succo, in caso contrario potreste “attendere” di arrivare alla quota conservando lo scarto precedente in congelatore, ben sigillato: al momento opportuno basterà scongelarlo.

Il mio suggerimento è di giocare sulle sostituzioni: provate a utilizzare fiocchi di cereali diversi, diverse farine (l’importante è che siano “deboli” cioè poco proteiche), frutta disidratata diversa (invece dell’uvetta largo ai frutti di bosco, alle prugne, alle albicocche, ecc.), spezie diverse e ovviamente “scarto” diverso.

Infine una nota pratica: la consistenza di questi biscotti non è particolarmente dura come potrebbe essere un GranCereale, ma più simile a un morbido biscottone. Questo dato però è parecchio indicativo visto che molto si basa sull’umidità residua dello “scarto” utilizzato.

Provateli a colazione o come merenda, magari accompagnandoli ad una tazza di Darjeeling SF, tè nero indiano dalle note fresche e che si fondono perfettamente con il mix di sapori.

Alba suggerisce in abbinamento una Cagnina di Romagna, vino appena dolce, di velata tannicità e dal finale fresco e leggermente fruttato.

Valeria

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