Il biancomangiare qui proposto è una versione un po’ rivisitata del più famoso dolce siciliano.
La Sicilia, terra di mandorle e limoni, ha declinato e mantenuto un piatto diffusissimo in tutta Europa fin dal Medioevo, ma che all’epoca risultava un po’ diverso! 🙂
Come descrive bene il nome, il Biancomangiare deve essere bianco: unica regola in effetti. Di conseguenza l’antico piatto veniva arricchito, oltre che con il latte di mandorle, anche di carne di pollo e farina di riso (sostituita nella nostra versione dall’amido).
La consistenza finale è sia diversa da quella di una crema cotta (ad esempio il Crème caramel) che da una gelatina, è più gommosetta e allo stesso tempo si scioglie in bocca, non bisogna gustarla con forza, ma con gentilezza.
Concludete questo pasto dedicato alla gentilezza, accompagnando il Biancomangiare con una tazza di Sencha con Boccioli di Rosa, tè giapponese delicato e profumato.
Per un incontro d’amore tra il biancomangiare e un calice di vino, Alba consiglia un Trentino Moscato Rosa, vino dolce dal profumo suadente di rosa e frutti di bosco, la dolcezza è stemperata dal sorso fresco. Il finale è lungo e persistente.
Valeria