Involtini di tacchino ripieni con polenta

Il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving day) è una festa celebrata negli Stati Uniti ogni quarto giovedì di novembre. Dunque ci siamo: oggi, 24 novembre 2016, la portata principale sulle tavole delle famiglie americane sarà il tacchino ripieno con la sua farcia saporita.

La storia del tacchino risale agli Aztechi che nelle Americhe li offrirono ai conquistadores spagnoli i quali li importarono in Europa avviando numerosissimi allevamenti. Incredibilmente si perse la memoria della provenienza al punto che il tacchino venne “reimportato” più di un secolo dopo sulle coste del Massachusetts dai padri pellegrini.

Dunque la ricetta di oggi prevede il tacchino ma in una versione facile, veloce e nostrana.

Ho adagiato gli involtini di tacchino sulla polenta classica, quella di mais.

Il mais è una pianta coltivata in America già dai tempi degli Incas, dei Maya e degli Aztechi con tutto il corollario di riti propiziatori.

Per ottenere una polenta morbida usate 200 grammi di farina di mais a grana fine per ogni litro d’acqua. Ricordatevi che la polenta non scuoce, quindi più cuoce e più è buona. Cuocete dunque per almeno 50 minuti altrimenti rimarrà indigesta e non sprigionerà appieno il suo aroma.

Potreste sostituire 2 dl di acqua con il latte per una preparazione più vellutata e aggiungere 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva per staccarla più facilmente dal paiolo.

Se siete in corsa contro il tempo vi suggerisco la polenta precotta al vapore che cuoce in una manciata di minuti (seguite i tempi riportati sulla confezione).

Consiglio in abbinamento un Teroldego Rotaliano, vino rosso fresco, ritorni fruttati, buona morbidezza e tannini levigati.

Valeria consiglia una tazza di Darjeeling second flush, tè nero indiano che ben si sposa con la polenta e il gusto aromatico degli involtini.

Alba

involtini-di-tacchino-con-polenta

Continua a leggere Involtini di tacchino ripieni con polenta

Filetto di maiale al pepe verde con succo di mela

Le mele, croccanti e succose sembrano fatte per essere addentate. Ma si sa che è un frutto eclettico in cucina, dalle innumerevoli risorse, sano e rinfrescante col suo sapore dolce e acidulo.

Se nella vostra vita finalmente è entrato un estrattore (oppure una centrifuga) sappiate che il succo di mela è l’ideale per prevenire i malanni d’autunno. Bevuto bollente, con l’aggiunta di zenzero, cannella e chiodi di garofano è un toccasana quando si avvertono i primi brividi di stagione.

Se amate il gusto un po’ asprigno scegliete le Granny Smith; se preferite sfumature più dolci, le mele renette o le Golden Delicius vi daranno soddisfazione.

Personalmente amo quel morso succulento, dolce ma dalla freschezza quasi acerba che solo la mela annurca sa dare: sono convinta che Eva sia stata tentata proprio da una mela Annurca Campana IGP 🙂

Il filetto di maiale è un taglio tenero e magro che si sposa benissimo col sapore agrodolce delle mele e difatti questa felice combinazione viene proposta in diverse varianti in Trentino e in Alto Adige.

Se non disponete di una centrifuga troverete il succo di mela pronto in commercio ma, mi raccomando, acquistate quello senza zucchero!

Suggerisco in abbinamento un Teroldego Rotaliano, vino rosso che scorre morbidamente ravvivato da freschezza appagante e tannini levigati.

Per questo piatto aromatico, Valeria suggerisce una tazza di Darjeeling Casleton, tè nero indiano che sostiene perfettamente il sapore del pepe verde e della mela.

Alba

filetto-di-maiale-al-pepe-con-succo-di-melaIngredienti (per 4 persone)

  • 800 grammi di filetto di maiale
  • 400 ml di succo di mela fresco
  • 1 cucchiaino di grani di pepe verde
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 rametto di timo
  • 1 rametto di rosmarino
  • 3 foglie di salvia
  • 30 grammi di burro
  • sale

Pestate grossolanamente i grani di pepe in un mortaio.

Salate il filetto di maiale e passatelo nel pepe, premendo leggermente per farlo aderire bene su tutta la superficie.

Lavate, asciugate e legate con uno spago da cucina le erbe aromatiche.

Sciogliete il burro in un tegame, unite lo spicchio d’aglio e il mazzetto di erbe aromatiche.

Unite il filetto e fatelo rosolare ben bene su tutti i lati.

Bagnatelo con una parte del succo di mela e proseguite la cottura nel tegame parzialmente coperto per circa 50 minuti, versando altro succo di mela man mano che evapora.

Al termine della cottura, eliminate l’aglio e le erbe e servite il filetto caldo, tagliato a fette, irrorato col suo stesso fondo.

Saltimbocca con prosciutto di Parma

Eccomi di nuovo alla tastiera a spendermi per Passioni da Bere, a cucinare, assaggiare, fotografare, proporre e condividere.

In questo mese d’assenza dalle scene del sito, ho avuto modo di esplorare quartieri di Roma per me sconosciuti, mai percorsi, mai vissuti.

Alla fine di questo andirivieni mi sono fermata, ho trovato un posto che mi piace, una casa con una cucina tutta colorata. “A room of one’s own” come solo Virginia Woolf è riuscita a esprimere in maniera così efficace questa intima disposizione dell’animo.

Per omaggiare Roma e inaugurare la mia luminosa cucina ho pensato ad un piatto tipico, saporito e aromatico: dei piccoli saltimbocca da servire come secondo o come stuzzicante finger food se realizzati in formato mignon.

Ho disposto il prosciutto di Parma che è avanzato su un bel tagliere preso in Maremma in modo da ingannare l’attesa tra una fetta di pane ancora caldo e un sorso di vino.

Propongo in abbinamento un Teroldego Rotaliano, vino rosso dal sorso morbido, fruttato, dai tannini levigati e di piacevole freschezza.

Valeria invece suggerisce un bel bicchiere di rosso Rooibos: le sue note dolciastre e sorprendenti in versione fredda, ben si abbinano a questo piatto.

Alba

SONY DSC

Continua a leggere Saltimbocca con prosciutto di Parma

Gulash

Il gulash e’ un piatto di tradizione ungherese (la cosiddetta zuppa dei mandriani, i gulyas).

Diffuso in molte aree dell’Europa centro-orientale e in Triveneto, viene preparato in tante varianti declinate a volte in zuppe altre in spezzatini.

L’ ingrediente che dà la firma al piatto è la paprika ma questo non deve far pensare a un’immediata piccantezza: paprika, in ungherese, significa infatti peperone ed è una spezia che interviene per dare più che altro il tipico colore rosso.

Io lo trovo perfetto per scaldare le giornate autunnali e invernali, amo servirlo bollente, possibilmente in piatti di terracotta, per esaltare appieno la suggestione della sua corposità e l’intrigante sapore speziato.

Suggerisco in abbinamento un Teroldego Rotaliano, vino rosso morbido, dal gusto fruttato e sorretto da una piacevole acidità.

Valeria, invece, propone un infuso altrettanto rosso: il Rooibos, dal gusto neutro che esalta il ventaglio aromatico del piatto.

Alba

Gulash - Foto di Walter Romano
Gulash – Foto di Walter Romano

Continua a leggere Gulash