La spettacolarità dei frutti interi nelle torte ha un’origine antica e si può ritrovare anche in un ricettario medievale con una sontuosa crostata di pere; nel tempo la fantasia ha fatto il resto creando sapori e consistenze diverse e aprendo vie a commistioni interessanti.
La torta di pane è un metodo goloso per riciclare il pane raffermo ed eliminare il problema del “ho voglia di dolce, ma non ho un grammo di farina in casa”: in giro per il mondo ne esistono varianti infinite, ma le più buone sono state create nel luoghi di elezione dei grandi pani (ad esempio la zona dell’arco alpino).
Così alla fine ho deciso di unire le due idee danto vita a una torta non dolcissima, dall’interno morbido e spugnoso e dall’invitante crosticina esterna.
Una variante ancora più golosa? Lo spazio lasciato dal torsolo delle pere può essere rimpiazzato da un invitante ripieno: provate a farcire le pere, prima di immergerle nell’impasto, con biscotti amaretti sbriciolati, oppure mandorle e pinoli caramellati o uvetta rinvenuta o un mix del tutto: basterà farne una pasta dolce e inserirla nella cavità.
Servitela con una tazza di Darjeeling Secon Flush, tè nero indiano che ben si sposa al cacao, alle spezie e al gusto unico della pera al forno.
Alba suggerisce in abbinamento un Recioto della Valpolicella, vino fresco e di piacevole dolcezza, caldo e di morbida tannicità.
Valeria